Marco Biondi | Capsulite Adesiva o Spalla Congelata
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Capsulite Adesiva o Spalla Congelata

Capsulite Adesiva o Spalla Congelata

La spalla congelata, chiamata anche capsulite adesiva, provoca dolore e rigidità. Nel tempo, la spalla diventa molto dolorosa e difficile da muovere. Semplici attività di vita quotidiana come portare la mano dietro la schiena o prendere un oggetto da sopra uno scaffale possono diventare impossibili da eseguire. Il dolore spesso si accentua durante la notte. Le donne e le persone di età compresa tra 35 e 60 anni sono maggiormente colpite da questa patologia. La spalla congelata consiste nell’infiammazione della capsula articolare, un tessuto che ricopre e protegge l’articolazione della spalla. .

A seguito dell’infiammazione la capsula sviluppa aderenze, diventa rigida e perde quell’elasticità capace di permettere il movimento del braccio. Dopo un periodo di peggioramento dei sintomi, la spalla congelata tende a migliorare, sebbene il recupero completo possa essere molto lungo. La terapia fisica e fisioterapica, atta a recuperare l’elasticità della capsula, rappresentano la raccomandazione principale al trattamento della spalla congelata. Se falliscono può essere necessario un intervento chirurgico.

Cos’è?

La capsula articolare è un tessuto che ricopre l’articolazione della spalla proteggendola.
La capsulite adesiva è una patologia infiammatoria della capsula articolare che così si contrae perde elasticità e causa la perdita di mobilità della spalla. In passato veniva chiamata “periartrite di spalla”. È una condizione dolorosa e invalidante che causa limitazione funzionale e tipico dolore notturno.

Chi colpisce e perchè si verifica?

La capsulite adesiva è più frequente nel sesso femminile, tra i 35 e i 60 anni.

Le cause non sono ancora del tutto chiare e spesso non c’è una causa riconducibile. Talvolta si crea a seguito di un trauma, ma spesso è spontanea.
Un fattore di rischio è rappresentato dal diabete. La ragione di ciò non è nota. Inoltre, i pazienti diabetici con spalla congelata tendono ad avere un maggior grado di rigidità che continua per un tempo più lungo prima di “scongelarsi”. La spalla congelata può infine svilupparsi dopo un’ immobilizzata prolungata a seguito di un intervento chirurgico, una frattura o altre lesioni. Far muovere le spalle dei pazienti subito dopo un infortunio o un intervento chirurgico è una misura sicuramente utile per prevenire il congelamento della spalla.

Quali sono i principali sintomi?

Forte dolore e rigidità progressivi, fino al “blocco” della spalla che non riesce più a compiere movimenti completi, in particolare di abduzione e rotazione interna e esterna. Tipica è la difficoltà nelle donne ad allacciarsi il reggiseno. Il dolore di spalla può irradiarsi al gomito o in regione posteriore e scapolare ed è tipico durante le ore notturne dove l’infiammazione si acuisce disturbando il sonno.

Esame clinico

La diagnosi è fondamentalmente clinica. Lo specialista valuterà le caratteristiche del dolore, testerà la mobilità passiva e attiva della spalla e valuterà con appositi test le varie strutture della spalla. L’esame ecografico di ausilio all’esame clinico permette già di escludere cause secondarie di capsulite adesiva, come le calcificazioni articolari, le lesioni tendinee e l’artrosi di spalla.

Indagini

La Risonanza Magnetica, l’Ecografia e la Radiografia possono escludere altre cause di dolore alla spalla.

Trattamento non chirurgico

Purtroppo questa patologia richiede tempi lunghi di recupero, è molto insidiosa. È doveroso e raccomandato iniziare un trattamento conservativo che consiste in terapia farmacologica, iniezione di corticosteroidi a livello intra-articolare (per questo una procedura ecoguidata è molto consigliata) terapia fisica e fisioterapia per combattere il dolore e recuperare l’articolarità della spalla.

Trattamento chirurgico

Viene riservato nei casi refrattari alla terapia conservativa. L’intervento chirurgico viene eseguito in artroscopia che rappresenta il “gold standard” di trattamento di queste lesioni. L’intervento mira a rimuovere e rilasciare parte del tessuto capsulare retratto, rimuovere le aderenze, trattare lesioni associate e permettere un recupero dell’elasticità della capsula articolare e quindi dei movimenti.

Riabilitazione post-operatoria

Una volta eseguita l’operazione il paziente dovrà sottoporsi ad un intenso e precoce ciclo di fisioterapia per mantenere il movimento raggiunto ed evitare recidive di retrazione capsulare. Il processo di guarigione non è rapido e gli esercizi dovranno essere proseguiti con costanza per 3-6 mesi dopo l’operazione.
Capsuliti inveterate possono esitare comunque in rigidità residue.

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