
14 Lug Paralisi del nervo radiale
Cos’è?
Il nervo radiale è quel nervo che origina dalla corda posteriore del plesso brachiale ed arriva fino al dorso della mano. Innerva il muscolo tricipite al braccio (responsabile dell’estensione del gomito) e all’avambraccio quei muscoli responsabili dell’estensione del polso e dell’estensione (apertura) delle dita e del pollice della mano. Il nervo radiale inoltre porta la sensibilità tattile, dolorifica e termica alla regione cutanea posteriore del braccio, avambraccio e sul dorso delle prime tre dita della mano (pollice, indice e medio).
Perché si verifica?
La lesione del nervo radiale può insorgere in modo acuto e improvviso a seguito di traumi come fratture dell’omero al braccio, oppure ferite penetranti e traumi aperti che recidono il nervo lungo il suo decorso. Tipiche sono le fratture del gomito e del braccio in cui il nervo radiale passa a stretto contatto con l’omero il quale, rompendosi, determina una lesione nervosa.
Paralisi che insorgono lentamente, in modo talvolta subdolo, possono essere invece causate da compressioni lungo canali anatomici di passaggio del nervo radiale, oppure da compressioni da parte di formazioni cistiche e tumori. Tipica è la compressione del nervo radiale all’arcata di Frohse dell’avambraccio, in cui il nervo radiale passa sotto al muscolo supinatore dove può, in pazienti predisposti, restare compresso. Comune è anche la cosiddetta paralisi del sabato sera, cioè una paralisi momentanea del nervo radiale, dovuta ad una compressione prolungata del nervo al braccio. Infatti, un appoggio prolungato del braccio sul bordo di una sedia, della testa di una persona vicina o sotto il torace del paziente stesso, per esempio durante un’intossicazione alcolica, può determinare la paralisi del nervo radiale.
Sintomi
La paralisi del nervo radiale determina disturbi motori (paralisi muscolari) e sensitivi (ipo-anestesie tattili e termiche) che si manifestano in forma variabile in base alla sede, alla gravità e alla durata dell’ eventuale compressione o lesione del nervo radiale.
Tipico segno della paralisi completa del nervo radiale è l’impossibilità ad estendere (aprire) le dita della mano e, in base alla sede di lesione, anche del polso con conseguente “mano cadente”. La cute sul dorso della mano alle prime tre dita (pollice-medio) perde sensibilità tattile. Lesioni alte del nervo, per esempio all’ascella o al plesso brachiale, determinano la paralisi anche del tricipite con conseguente difficoltà ad estendere il gomito.
(paralisi del nervo radiale con impossibilità ad aprire la mano ed estendere il polso: “mano cadente”)
Esame clinico
Di fronte alla paralisi di un nervo periferico, un attento ed esperto esame clinico sarà in grado di fare una diagnosi precisa per sede e gravità. Il medico specialista provvederà ad esaminare e valutare la forza dei vari gruppi muscolari innervati dal nervo radiale, compresa anche la sensibilità del territorio cutaneo innervato dal nervo stesso. L’esame clinico ripetuto nel tempo potrà inoltre aiutare nello stabilire la prognosi per un eventuale recupero dalla paralisi.
Indagini strumentali
Una accurata raccolta anamnestica ed un accurato esame obiettivo il più delle volte sono sufficienti sia per fare diagnosi che per stabilire la sede di compressione o lesione del nervo. Esami strumentali come l’elettromiografia sono utili per confermare il sospetto clinico e stabilire il grado di compromissione del nervo e quindi la probabilità di un suo eventuale recupero. La Radiografia, l’Ecografia e la Risonanza Magnetica possono aiutare a capire l’eventuale causa sconosciuta di una lesione del nervo radiale. Oltre a questo possono quindi essere utili per definire il corretto iter chirurgico da intraprendere.
Trattamento non chirurgico
Questo viene riservato a quelle lesioni temporanee e reversibili (stupor o neuroapraxia) del nervo radiale. Queste lesioni sono tipiche dopo fratture dell’omero al braccio o compressioni prolungate e il più delle volte possono essere trattate conservativamente con un attento monitoraggio clinico. Solitamente è necessaria un’attesa di almeno 1- 3 mesi per iniziare ad avere un recupero delle funzioni perdute, considerando che il nervo cresce ad una velocità di circa 1mm al giorno. L’eventuale recupero dipenderà dal livello (sede) e dal meccanismo di lesione del nervo radiale.
Trattamento chirurgico
È importante identificare precocemente quelle lesioni che non sono in grado di recuperare in modo spontaneo e quindi necessitano di intervento chirurgico. Lesioni traumatiche con interruzioni anatomiche della continuità del nervo, o compressioni croniche, che determinano paralisi sensitiva e motoria irreversibile richiedono sempre un trattamento chirurgico.
Alcune opzioni chirurgiche sono rappresentate da interventi di:
- Neurolisi: in caso di sindromi compressive il nervo viene liberato e sbrigliato da zone di cicatrice o zone anatomiche che ne determinano la compressione.
- Sutura diretta: lesioni acute da ferita possono essere trattate, quando possibile, con una sutura diretta che rappresenta il modo migliore per trattare una lesione traumatica (da ferita) del nervo. In questo caso i due monconi del nervo tagliato vengo ricuciti con particolari tecniche e strumenti microchirurgici permettendo la migliore guarigione possibile.
- Innesti nervosi: rappresentano una valida opzione chirurgica nei casi in cui il nervo presenti un piccolo gap che non può essere trattato con una sutura diretta
- Trasferimenti tendinei e tenodesi: nelle lesioni inveterate, croniche, o che non hanno recuperato dopo un intervento ricostruttivo, possono essere utilizzate trasposizioni tendinee per vicariare e trattare specifiche funzioni motorie perdute. Nel caso delle paralisi del nervo radiale, rappresentano un metodo di trattamento molto valido in quanto permettono un rapido recupero delle funzioni motorie perdute con rapido ritorno alla normale attività manuale senza dover ricostruire il nervo. Con queste tecniche alcuni tendini sani vengono trasposti per permettere l’apertura della mano, del pollice e l’estensione del polso.
- Trasferimenti nervosi: nervi vicini possono essere trasposti per aiutare la ricrescita del nervo lesionato. Queste tecniche microchirurgiche sono molto valide e rappresentano un’arma in più a disposizione del chirurgo, ma hanno una campo di applicazione molto selettivo che deve essere attentamente valutato.
Il recupero biologico del nervo radiale dopo una sua riparazione con sutura diretta o con innesti può avere talvolta un risultato non certo o completo, molte sono le variabili ai fini prognostici tra cui il tempo trascorso dalla lesione, la sede del trauma e il tipo di intervento chirurgico eseguito. Sarà importante discutere con il proprio chirurgo specialista le varie opzioni chirurgiche, caso per caso.
(recupero dell’apertura della mano e del polso dopo intervento di trasferimenti tendine)
Percorso riabilitativo
Nei casi di stupor, cioè una lesione reversibile in cui attendiamo un recupero del nervo, sarà importante mantenere le dita ed il polso mobili per evitare rigidità articolari. Utile sarà l’utilizzo di un tutore statico di polso che permetterà nel frattempo una migliore funzione della mano in attesa del recupero nervoso.
Paziente trattati chirurgicamente per una lesione traumatica completa del nervo indosseranno nell’immediato postoperatorio una stecca gessata volta a proteggere la ricostruzione del nervo per circa 3 settimane. In alternativa, qualora venga effettuato un intervento di trasposizione tendinea, la stecca gessata servirà a proteggere le suture dei tendini trasferiti.
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