Marco Biondi | Sindrome del tunnel carpale
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Sindrome del tunnel carpale

Sindrome del tunnel carpale

La sindrome del tunnel carpale causa sensazione di formicolio, spilli e scosse elettriche alla superficie palmare delle prime tre dita della mano, in particolare al polpastrello. I disturbi si accentuano spesso durante la notte facendo svegliare il paziente. Rispetto a quanto creduto, il dito mignolo non è mai interessato in questa patologia. Giovani e anziani possono esserne affetti.

Nei casi avanzati il formicolio si accompagna a problemi del tatto, con scarsa sensibilità, e riduzione della forza della mano, con sensazione di caduta degli oggetti. L’inquadramento clinico precoce di questa patologia è molto importante per instaurare il corretto iter terapeutico. L’esame clinico servirà a individuare chi necessita da subito di un trattamento chirurgico oppure può essere trattato in modo conservativo.

Cos’è?

La sindrome del tunnel carpale consiste in una compressione del nervo mediano a livello del polso. Il nervo mediano e anche i tendini che piegano le dita passano dall’avambraccio alla mano attraverso uno stretto tunnel sulla parte anteriore (lato del palmo) del polso, chiamato tunnel carpale. In questo tunnel, il nervo mediano può restare compresso oppure restare adeso alla sua parete e provocare i sintomi tipici della sindrome. Spesso coesistono tendiniti o tenosinoviti dei tendini flessori che aumentano il volume all’interno del canale carpale con conseguente sviluppo di sintomatologia tipica.

Chi colpisce e perchè si verifica?

Può verificarsi in qualsiasi paziente, ma è più comune nelle donne di età superiore ai 40 anni, in particolare nel periodo peri- e post-menopausale.

Nella maggior parte dei pazienti, la causa è ancora sconosciuta. Tuttavia ci sono una serie di condizioni mediche che predispongono i pazienti alla sindrome del tunnel carpale. Queste includono gravidanza, malattie della tiroide, diabete, artrite reumatoide e lesioni a livello del polso.

Atleti come i ciclisti, i motociclisti, i giocatori di tennis o lavoratori manuali che eseguono movimenti ripetitivi con i polsi e le mani hanno maggior probabilità di sviluppare la sindrome del tunnel carpale. Il microtraumatismo legato all’attività sportiva o lavorativa determina un ispessimento del legamento trasverso del carpo e rappresenta un innegabile fattore di rischio addizionale, anche se, raramente, è responsabile, da solo, di sindrome del tunnel carpale.

Quali sono i principali sintomi?

Classico sintomo della sindrome del tunnel carpale è rappresentato dal formicolio diffuso alla mano. Questo colpisce principalmente il dito pollice, indice, medio e metà del dito anulare. Il formicolio, associato a piccole scosse elettriche e sensazione di spilli, solitamente si accentuata durante la notte ed è tale da svegliare il paziente, con necessità di agitare le mani e muovere ripetutamente le dita per far scomparire il formicolio. Altre attività provocatorie sono rappresentate dal guidare un’auto, leggere un giornale oppure guidare la bicicletta e la moto.
Gli spilli e gli aghi possono anche talvolta associarsi ad un senso di gonfiore delle dita.
Lentamente nel tempo il paziente percepisce una progressiva perdita di sensibilità alle prime tre dita della mano: pollice, indice e medio. Importante distinguere il formicolio del mignolo che non è dovuto alla sindrome del tunnel carpale, ma ad una compressione del nervo ulnare al gomito oppure a disturbi della cervicale.
Occasionalmente nei casi più avanzati, i muscoli sulla parte anteriore del palmo alla base del pollice possono indebolirsi con conseguente sensazione di minor forza e di oggetti che tendono a cadere di mano (fase pratica della sindrome del tunnel carpale).

Esame clinico

L’esame clinico è da solo capace di fare diagnosi corretta di sindrome del tunnel carpale, ed è volto non solo a confermare la diagnosi ma ad escluderne altre cause, come le tenosinoviti.
Uno studio elettromiografico viene spesso utilizzato per confermare la diagnosi e assicurare una corretta diagnosi differenziale.

Trattamento non chirurgico

Il trattamento conservativo è indicato nelle forme di recente insorgenza, in presenza di disturbi lievi e in assenza di segni neurologici importanti, spesso con elettromiografia indicativa di una compressione nervosa leggera. Semplici antidolorifici e tutori a riposo possono offrire aiuto. I tutori steccati, che evitano movimenti del polso, possono essere di particolare beneficio durante la notte. Nei casi iniziali, irritativi, un’iniezione di steroidi nel tunnel carpale può essere curativa e migliorerà i sintomi anche in modo definitivo.
Tuttavia, anche nei casi lievi, in quei pazienti che non desiderano un’iniezione o in cui il trattamento conservativo dà solo un beneficio temporaneo, può essere intrapreso un trattamento chirurgico.

Trattamento chirurgico a cielo aperto

Viene svolto con procedura ambulatoriale, spesso in anestesia locale.

L’intervento può essere eseguito a cielo aperto (mediante incisione di 4 cm) e consiste principalmente nella sezione di una fascia di tessuto chiamata legamento trasverso del carpo. Questa struttura rappresenta il tetto del tunnel carpale e deve essere incisa lungo tutto il suo decorso per consentire la decompressione del contenuto del tunnel carpale e quindi del nervo mediano al suo interno.

Dopo aver rilasciato questo legamento, il contenuto del tunnel carpale viene ispezionato per garantire un rilascio adeguato del nervo mediano e sbrigliare le sue aderenze (intervento di neurolisi). E’ possibile effettuare anche una sinoviectomia dei tendini flessori, qualora presente.

Riabilitazione post-operatoria

Il paziente può tornare a casa subito dopo l’operazione con una piccola stecca gessata di polso con le dita libere. La mano dovrebbe essere mantenuta sollevata il più possibile per i primi 5 giorni per evitare che la mano e le dita si gonfino. La mano può essere utilizzata per le normali attività senza sforzi fino alla rimozione dei punti di sutura e della stecca gessata dopo 2 settimane dall’intervento chirurgico. Successivamente è opportuno evitare di afferrare o sollevare oggetti pesanti per altre 2-3 settimane.
Il paziente noterà un miglioramento dei sintomi entro una settimana, ma il risultato finale può essere realizzato in circa 3 mesi, soprattutto nei pazienti che si sottopongono in modo tardivo all’intervento chirurgico.

Intervento chirurgico mini invasivo endoscopico

La chirurgia mini invasiva endoscopica prevede l’inserimento nel tunnel carpale di un dispositivo sottile chiamato endoscopio a cui è collegata una telecamera. Attraverso una piccola incisione estetica di circa 2 cm effettuata al polso, prima del palmo della mano, l’endoscopio viene inserito per permettere al chirurgo di visualizzare le strutture all’interno del tunnel carpale. Il chirurgo quindi riesce sotto visualizzazione diretta a sezionare il legamento trasverso del carpo, in modo da liberare il nervo mediano compresso al suo interno. L’incisione è molto estetica e può essere suturata con punti riassorbibili che non necessitano rimozione.

Si tratta di un intervento ambulatoriale in anestesia locale che ti consente di tornare a casa subito dopo la procedura chirurgica.

Ci si può aspettare un periodo di recupero più breve rispetto a un intervento chirurgico a cielo aperto, perché la procedura non richiede una grande incisione nel palmo, che disturba un’area più ampia della mano. Una persona che per esempio ha particolari esigenze lavorative, che necessita di un intervento chirurgico su entrambi i polsi, o che dipende da una sedia a rotelle, un deambulatore o le stampelle, può scegliere la chirurgia endoscopica perché il tempo di guarigione può essere ridotto rispetto alla chirurgia a cielo aperto.

Ci sono quindi diversi vantaggi comprovati per un release endoscopico:

  1. Recupero più rapido
  2. Assenza di cicatrice sul palmo della mano
  3. Minor disagio operatorio e postoperatorio
  4. Possibilità di effettuare bilateralmente l’intervento in una sola seduta

I pazienti sono in media più soddisfatti del trattamento endoscopico rispetto al trattamento a cielo aperto, ma non tutti i pazienti sono candidati ideali a questa chirurgia per cui è necessario discutere bene con il chirurgo la scelta sul miglior trattamento da effettuare.

Ritornare alle attività della vita quotidiana

Il mio consiglio è di mantenere la ferita coperta, pulita e asciutta fino a quando non sarà completamente guarita.

Tornare alla guida: in ogni momento è necessario essere in grado di gestire la propria auto in caso di emergenza, come evitare una collisione. La mano destra deve avere il pieno controllo della leva del cambio e la mano sinistra del volante. È probabile che sia opportuno ritardare di qualche giorno il rientro alla guida.

Ritorno al lavoro: ognuno ha un ambiente di lavoro diverso e potrebbe essere saggio chiedere consiglio al proprio chirurgo in merito. Le attività leggere sulla scrivania possono riprendere immediatamente dopo l’intervento chirurgico, ma si dovrebbe evitare un ritorno al lavoro manuale pesante per circa 4-6 settimane. Il ritorno prematuro al lavoro pesante può causare problemi di cicatrizzazione della cute, dei tendini e del nervo nel legamento rilasciato.

Il paziente noterà un miglioramento dei sintomi entro una settimana, ma il risultato finale può essere realizzato in circa 3 mesi, soprattutto nei pazienti che si sottopongono in modo tardivo all’intervento chirurgico.
Nei casi di sindrome del tunnel carpale grave in cui i muscoli della mano sono stati gravemente indeboliti, la forza e la funzione della mano possono essere limitate anche dopo l’intervento chirurgico. Ci vorranno alcuni mesi per recuperare la forza ed il tono muscolare.

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